Tanto Giappone in un qualche click
Il ricamo Sashiko è “solo” una delle tantissime tradizioni del Paese del Sol Levante che, negli ultimi anni, si sono fatte conoscere e amare sempre di più anche in Occidente.
Nato probabilmente già nel 1600 come tecnica di cucitura tradizionale a mano, basata su semplici punti in motivi ripetuti o intrecciati, si è poi diffuso nel nord rurale del Giappone.
In quella regione, gli inverni sono particolarmente rigidi e le donne di agricoltori e pescatori lo eseguivano come rammendo e comunque per prolungare la vita dei tessuti consunti, dato che le stoffe erano un bene molto prezioso. per rammendare gli abiti.
Questa “arte” del recupero e della conservazione è oggi molto attuale, visto che siamo tutti chiamati a sprecare di meno.
In genere, il sashiko si esegue su una stoffa scura e con un filo color panna, perché in origine veniva spesso eseguito di sera e la poca luce rendeva il contrasto tra i due colori necessario.
Oggi, però, il filato di cotone per Sashiko è disponibile in molti colori e la stoffa specifica si trova anche chiara, in aggiunta a quella classica, che richiama il denim, per il suo colore scuro e la sua consistenza.
Ma tra i filati da provare per questo tipo di ricamo, c’è anche una raffinatissima versione “fine”, in gomitoli perfetta anche per il Kogin, che è - in pratica - uno dei punti del Sashiko.
Per il Kogin possiamo optare anche per un filo specifico, disponibile persino in colori sfumati.
E se vuoi buttarti in questa arte, non puoi dimenticare i libri per imparare, gli aghi e l’apposito ditale.
A presto!